martedì 29 marzo 2016

Attaccare sempre la nazione sbagliata

Chor Boogie
Ci sono numerose tattiche a disposizione di quelli che vogliono peggiorare i problemi mentre fanno finta di risolverli, ma il depistaggio è sempre il preferito. Il voler peggiorare i problemi è dovuto al fatto che essi sono redditizi, almeno per qualcuno. E il motivo per cui la gente finge di volerli risolvere è che, il solo fatto di peggiorarli, mette in cattiva luce gli approfittatori.

Nell’arena internazionale questo tipo di depistaggio tende ad avere un aspetto farsesco. Quelli che approfittano dei problemi mondiali sono i protagonisti della politica estera e dell’establishment militare degli Stati Uniti, i contractors della difesa e i politici di tutto il mondo, specialmente quelli europei, che da loro sono stati comprati. La tecnica del depistaggio è favorita da una tipica caratteristica del popolo americano, quella di non preoccuparsi eccessivamente del resto del mondo. L’americano medio non ha la più pallida idea di dove si trovino le diverse nazioni, non riesce a distinguere la Svezia dalla Svizzera, pensa che l’Iran sia pieno di Arabi e non riesce a trovare una differenza in tutte le nazioni che finiscono in “stan”. E così, hanno messo a punto un trucco molto utile, che si potrebbe riassumere nel motto seguente: “Attaccare sempre la nazione sbagliata”.

martedì 22 marzo 2016

Arriva la Controrivouzione Colorata

Alex Podesta
Se Sun Tsu fosse stato il co-autore di un trattato sull’arte dello sport assieme a Capitan Obvious, una citazione da quel fondamentale lavoro reciterebbe come segue:
Se la tua squadra insiste a fare una partita in attacco e continua a perdere, alla fine si troverà a giocare una partita in difesa, e finirà per perdere anche quella.
Ovvio, no? La squadra che ho in mente è quella del regime di Washington, infestata di neocon, che al momento è odiata quasi universalmente, sia negli USA che al di fuori dei loro confini, e la partita in attacco è quella che è stata giocata dal Sindacato delle Rivoluzioni Colorate, con George Soros a tenere i conti e a prendere le decisioni. Avendo perso terreno in tutto il mondo, adesso sta rivolgendo la sua attenzione a cercare di vincere in casa, cioè negli USA.

martedì 15 marzo 2016

Il genere sbagliato di vittoria

Spesso si può udire che gli Stati Uniti spendano più nelle loro infrastrutture militari che gran parte delle altre nazioni messe assieme. Questa è presentata come prova che gli Stati Uniti sono i più potenti militarmente – forse così potenti da poter sfidare il resto del pianeta e prevalere. Trovo questo atteggiamento decisamente discutibile. Se osserviamo come gli Stati Uniti spendono il denaro per la “difesa” e cosa ne ricavano in termini di capacità militari, emerge un quadro totalmente differente: un gigante goffo afflitto dalla corruzione che sabota sé stesso ad ogni passo.

Per cominciare, valutare la forza militare relativa basata su livelli relativi di spesa militare è molto simile alle scommesse sui cavalli basate su quanto mangia il cavallo. Certo, il cavallo deve mangiare, ma un cavallo che mangia dieci volte più degli altri difficilmente sarà tra i primi, altrimenti ci sarebbe seriamente qualcosa di sbagliato.

Considerate poi il fatto che un dollaro speso nelle forze militari statunitensi negli Stati Uniti non è direttamente paragonabile al valore di un dollaro in rubli o yuan spesi in Russia o Cina; in termini di parità di acquisto, la differenza può essere di 5 a 1, o addirittura 10 a 1. Se la Russia ottiene 10 volte il valore per il denaro speso, ecco andarsene la supposizione di una ipotetica superiorità militare statunitense basata su quanto mangia il complesso militare americano.